Con quale pretesa si può pensare di rinchiudere all’interno di questa Corte esseri tanto sfuggenti come i mostri?
Anzitutto non vogliamo rinchiudere nessuno a ben guardare le porte della Corte sono sempre aperte, è vero, l’idea originale era quella di creare un serraglio in cui le più disparate creature teriantropiche possano essere rinchiuse, studiate e analizzate, ma nel serraglio non sono in realtà ingabbiate, anzi, saranno loro a parlare di loro stesse, visto che da sempre sono studiate e vivisezionate a fondo, ma mai nessuno, ci pare, gli ha mai lasciato la possibilità di esprimersi. Non a caso, alla fine abbiamo creato una loro Corte, abbandonando l’idea del serraglio o peggio della gabbia.
La Corte è il luogo che ci permette il giusto distacco dal mondo ma senza negarlo fino in fondo, aperto e chiuso nello stesso momento, è luogo d’incontro, un hortus conclusus nel quale le varie creature sono libere di entrare e uscire. Nella corte sarà facile imbattersi in miti e riti delle più svariate tradizioni, in arcaiche simbologie, in creature tragiche che finirono la propria vita ancor più tragicamente. Alcuni sono archetipi, altri creature dei sogni, alcuni sono esistiti davvero, altri chissà.
La corte in architettura è “uno spazio scoperto di un edificio al fine di dargli maggior luce e areazione” e allora facciamo anche solo un minimo di luce su queste povere e bistrattate creature, arieggiamo un po’ le nostre menti.
Buona lettura